Domenica l’attaccante ha disputato la sua ultima gara ed è stato premiato da quel Codroipo nel quale aveva cominciato la brillante carriera
“Si è chiuso il cerchio”. Nessun ripensamento, Cristian Mazzolo domenica scorsa ha disputato la sua ultima partita.
L’attaccante a 34 anni ha deciso di appendere le scarpette bullonate al famoso chiodo, e con buone ragioni: “Il fisico già da un po’ dava segni di logoramento, mentre gli impegni lavorativi e familiari sono notevoli. Ho, insomma, pensato che fosse arrivato il momento perfetto per dire basta. Perfetto? Sì, perfetto perché termino la mia avventura proprio dove l’avevo cominciata. In questi due anni e mezzo sono tornato a casa, onorando la mia cittadina, i dirigenti, la casacca biancorossa… Domenica, a conclusione del match con il Corva, sono stato premiato con la consegna di una targa, a porgermela hanno provveduto il mio primo presidente e il figlio Paolo Sambucco, che ora ha preso il testimone. Lo ripeto: il cerchio si è chiuso. A Codroipo ho segnato il gol numero 200 in carriera, a Codroipo ho vissuto l’ultima parte di un’avventura che mi ha permesso di conoscere tante splendide persone. Se mi guardo indietro, posso dire di essere stato fortunato”.
Per il grande Cristian il passo non è da poco: “Gioco a calcio dall’età di 5 anni, staccarmi da qualcosa che sento dentro di me e in profondità non sarà un gioco da ragazzi. Non so cosa aspettarmi, credo che il calcio, con tutti i suoi riti, mi mancherà”.
Ricordiamo allora insieme le squadre nelle quali il bomber ha militato e lasciato un segno. Il cronista pensa al compianto Attilio De Coppi, che quando riuscì a tesserare Mazzolo-gol non stava in sé dalla felicità; Cristian di ricordi ne è pieno, sono dolci, teneri, vivaci. Ripercorre il lustro trascorso all’Union Pasiano, le sei stagioni con la Pro Fagagna, le brevi parentesi a Buttrio e Gemona, per poi trasferirsi nel Lignano e tornare al punto di partenza, il Codroipo per l’appunto.
Cristian Mazzolo, un attaccante fenomenale. L’abbiamo visto con i nostri occhi segnare anche due-tre reti in una sola partita direttamento su punizione.
Cosa mai pensava Mazzolo mentre si accingeva a battere un piazzato?
“Domanda strana. Di solito mi concentravo sul gesto tecnico, provato e messo a punto in allenamento. No, la barriera non mi infastidiva, decidevo dove e come mettere il pallone e poi, appunto, ripetevo mentalmente il gesto che avrei compiuto da lì a pochi istanti. Quando all’ultimo momento cambiavo idea, di solito sbagliavo”.
Cristian Mazzolo e i calci di rigore, una specialità della casa…
“Imparare a battere i rigori si può. Io mi sono allenato e devo ringraziare un allenatore che mi spiegò un trucco che, per la mia esperienza, si è rivelato quanto mai efficace: guardare il portiere, osservare il primo movimento e sulla base di quello stabilire dove indirizzare il pallone. Sul dischetto mi sono presentato in numerose occasioni, ma di penalty ne ho falliti non più di 3 o 4”.
Si è ritirato ma non per questo abbandonerà il calcio, immaginiamo. Ci si può divertire nei campionati Amatoriali, o magari provare a percorrere la strada dell’allenare…
“Semmai, vorrei studiare da dirigente, perché sono convinto che in tale ambito sia possibile incidere sulla situazione attuale, mettendo a frutto esperienze, riflessioni e idee. Il nostro calcio, le nostre società hanno tanto bisogno di rafforzarsi e rinnovarsi. Per quel che riguarda la carriera da allenatore, vanto qualche precedente a livello di squadre giovanili e nelle ultime quattro giornate del precedente campionato, quando ricoprii il ruolo di allenatore-giocatore: tale prospettiva ora come ora non mi affascina, anche perché in circolazione sono numerosi i tecnici capaci. Il calcio Amatoriale? Ci penserò sopra”.
Sicuramente Cristian si dedicherà ancora di più alla sua splendida famiglia: la dolce metà, con trascorsi calcistici (Pro Farra e Pro Fagagna), e i due figli, un bambino di quattro anni, e una bimba venuta al mondo un anno orsono.
Che altro aggiungere? Che di Cristian Mazzolo versione bomber ce n’è stato uno solo.
Noi auspichiamo prima o poi di poter vedere all’opera anche un nuovo Cristian Mazzolo, su qualche rettangolo verde, accomodato su una panchina mentre dirige la sua formazione, oppure portando idee, passione e voglia di costruire in un mondo che non può permettersi di perdere e deludere i suoi figli migliori.
Alessandro Maganza – friuligol.it
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